Nel suo libro di riferimento sulla mixologia, "Bar Book", Jeffrey Morgenthaler racconta questa barzelletta:
"Un ragazzo entra in un bar e ordina un Martini. Il barista riempie uno shaker con ghiaccio, aggiunge vermouth e gin e agita il drink più forte che può. Il ragazzo beve il suo cocktail spumoso e viscido, paga e se ne va. Non tornerà mai più.
Un'altra. Un ragazzo entra in un bar e ordina un Manhattan. Il barista riempie uno shaker con ghiaccio, aggiunge vermouth e whisky, quindi fa roteare lo shaker con un gesto flaccido per qualche secondo. Il ragazzo beve il suo Manhattan caldo, paga e se ne va. Non torna mai più".
Questa battuta non è una vera e propria barzelletta, perché questi scenari si verificano di continuo. Non è raro imbattersi in barman che non sanno quando agitare un cocktail e quando mescolarlo. Questo aspetto è fondamentale per la qualità di un cocktail, quindi risolviamo la questione una volta per tutte.
La differenza tra un cocktail shakerato e mescolato
La differenza tra un cocktail agitato o mescolato si nota soprattutto nell'aspetto della bevanda e nella sensazione della consistenza sulla lingua.
Agitare vigorosamente un cocktail permette di mescolare e incorporare efficacemente ingredienti di peso e consistenza diversi e di ottenere un liquido omogeneo. I cubetti di ghiaccio frullano il contenuto del cocktail, agendo come una frusta in cucina. Questa azione crea anche milioni di piccole bolle d'aria all'interno del liquido. Va quindi utilizzato per i cocktail che devono essere serviti quasi effervescenti, come un Daiquiri o un Margarita. Questo effetto non è ovviamente permanente e l'effervescenza si disperde dopo pochi minuti.
Agitare una bevanda che contiene già delle bollicine è quindi una cattiva idea. Inoltre, offusca i liquori chiari e puri. L'agitazione del cocktail, un processo più delicato, evita questi effetti. Agitare un Martini gli conferisce un aspetto chiaro e nitido, preservando la limpidezza dello spirito, che può essere ammirato nel bicchiere da cocktail. Il mescolamento permette al drink di raffreddarsi con una diluizione minima, senza disturbare la limpidezza e la consistenza caratteristiche dello spirito.
Mescolare o shakerare un cocktail: la regola d'oro
Un sacco di discussioni per una regola così semplice, che si dovrebbe iniziare a intuire.
I cocktail preparati solo con alcolici devono essere mescolati. Tra questi, gli iconici Martini e Manhattan. Lo stesso vale per tutti i cocktail con soda (Gin Tonic, Moscow Mule...).
I cocktail che contengono succhi, pezzi di frutta o albumi devono essere shakerati. Questi ingredienti devono essere incorporati a sufficienza negli alcolici che li accompagnano per ottenere un liquido omogeneo.
Naturalmente, ogni regola ha la sua eccezione. I cocktail sono una questione di gusti personali e alcuni potrebbero preferire un bicchiere di Vodka Martini dall'aspetto effervescente.
Spero che questo sia chiaro (e non effervescente) una volta per tutte. Ma non basta sapere quando shakerare o non shakerare un cocktail, bisogna farlo alla perfezione.
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